Presentata la mostra “Facies Passionis”, i volti della Passione, che avrà luogo nella chiesa del Carmine di Taranto, dal 12 al 16 febbraio prossimi, con accesso libero e gratuito. L’edizione di quest’anno è la terza consecutiva ed è dedicata alle “Lacrime Mariane”. Per l’occasione, saranno esposti dieci simulacri della Madonna Addolorata provenienti da altrettante città della Puglia, grazie alla collaborazione prestata da confraternite, parrocchie e associazioni religiose.
Alla conferenza stampa di presentazione sono intervenuti il priore del Carmine, Antonello Papalia (l’omonima Arciconfraternita è promotrice della mostra), il padre spirituale del pio sodalizio e parroco del Carmine, mons. Marco Gerardo, l’assessore alla Cultura del Comune di Taranto, Fabiano Marti, e mons. Emanuele Ferro, portavoce dell’arcivescovo di Taranto, mons. Filippo Santoro.
Il priore Papalia ha sottolineato che “l’edizione 2020 è incentrata sui volti dell’Addolorata e quindi sul dolore di Maria. Dieci comunità si trasferiranno dalle loro sedi di appartenenza a Taranto e che virtualmente si ritroveranno in questi giorni per condividere, tutti insieme, una devozione comune per Maria, che rappresenta sicuramente un punto di riferimento per tutta la cristianità e per tutti coloro che sono legati ai riti della Settimana Santa. L’Addolorata, nei nostri riti – ha detto ancora il priore – rappresenta un momento di forte emozione, in quanto ognuno di noi vive un rapporto di grande passione con quella che viene identificata come “la mamma di tutti”. E quindi sono certo che fra le edizioni tenute sinora, la prossima sarà quella più emotivamente coinvolgente. Ci auguriamo anche per quest’anno una buona partecipazione di pubblico e, a tale proposito, abbiamo rinforzato le attività colleterali della mostra – ha aggiunto Papalia – con diversi concerti ed anche dei cori, provenienti da diverse realtà, in modo da creare un corollario di eventi che possa coinvolgere quante più persone possibili”.
Per l’assessore del Comune di Taranto, Marti, “quest’anno la mostra è diventata ancora più importante ed ho ancora negli occhi e nel cuore l’emozione della scorsaedizione. Come Amministrazione comunale non potevamo che appoggiare questa bellissima ed emozionante iniziativa. Taranto – ha sottolineato Marti – non può prescindere dalla sua Settimana Santa. L’Ente civico e le confraternite devono lavorare insieme per continuare su questo percorso e in questo rapporto che quest’anno si è sicuramente consolidato e che deve rafforzarsi sempre di più”.
“La devozione per l’Addolorata- ha dichiarato dal canto suo monsignor Gerardo -. Attraversa tutta l’Italia e il Mezzogiorno in modo particolare. Ci lega e ci fa contemplare il mistero della vita che la Madre porta con sè quando soffre per il Figlio. Ogni parto è sofferenza, ma foriera di gioia. Nel caso dell’Addolorata anche quell’esperienza è come un parto. Maria deve soffrire per la morte di Gesù, ma poi quell’esperienza porterà alla vita e alla gioia della Resurrezione per tutti gli uomini. E questo ci dà un messaggio di speranza. Ogni volta che ci troviamo ad affrontare una situazione di difficoltà, di ostacolo e di dolore, non dobbiamo mai perdere la speranza. Così come Maria – ha concluso monsignor Gerardo – ci fidiamo di Dio e del suo progetto su di noi e vedremo sempre sorgere splendente su di noi l’alba della Resurrezione”.
Per monsignor Ferro, infine, la mostra “è un’altra occasione importante per la vita della città, e non solo, per mostrare a tutti coloro che lo desiderano, i volti della Passione. E quest’anno – ha evidenziato il portavoce dell’arcivescovo di Taranto – lo si farà in forma monotematica sulla Vergine Addolorata, andando a toccare le sensibilità di ciascuno, rispetto al dolore e alla sofferenza, che però sono visitati e compatiti da Dio. E quindi, ancora una volta, l’Arcidiocesi esprime un plauso di ringraziamento all’Arciconfraternita del Carmine per aver messo in campo questa occasione importante sia di riflessione “ad intra” per le realtà confraternali, ma anche come modo e stile di evangelizzazione, facendo entrare in contatto le persone con questi simulacri che raccontano la devozione e l’amore del popolo di Dio per la Vergine Madre”.