Dopo la penitenza del mercoledì delle ceneri e il digiuno di venerdì, primo di quaresima, ecco che arriva la prima delle domeniche di Quaresima cadenzate da Quaremma che perde la prima delle sue sette penne: “Cu na pignata accumènze Anna….”
La prima domenica di Quaresima arriva con “la pignata ” …
No, nessuna deroga alle restrizioni quaresimali. Le pentole, lavate e sgrassate accuratamente con cenere e sapone in questo periodo servono a preparare pasta ‘ndrutelate, fògghie e cicurèdde de campagna, fave, cicere, pasùle, pisiedde, dòleghe, patane, lampasciuni, e con moderazione pesce. Per non ‘ncammaràrre (mangiare di grasso) restano banditi dalle tavole e dalle cucine: carne, uova, latte e tutti i loro derivati.
Questa domenica è detta “d’a muddìca fritte” (della mollica fritta) che, da questo giorno e per tutto il periodo di Quaresima, sostituirà il formaggio nel condimento della pasta.
La pignata oggi serve per giocare, si, al gioco che chiamiamo “pentolaccia!” Come un eco di ritorno, in questa domenica si riviveva l’allegria del carnevale con feste in casa tra parenti e vicini, dove poter giocare con pignate, che appese al soffitto, contenevano di tutto: cumbiette e cannelline, mennele e pistidde, sazìzze e pruvulone… ma anche farina e a volte acqua e qualsiasi cosa suggeriva la fantasia.
I presenti bendati e muniti di mazz , con tre colpi, seguendo le indicazioni, giuste e sbagliate, di tutti i partecipanti, dovevano riuscire a rompere almeno una pignata, con la speranza di beccare quelle dal contenuto più interessante, e cercando di evitare di finire infarinati o inzuppati da una doccia fredda.