Umberto Lenti

A cura di Felice Bonfrate. Un racconto autentico che svela l’anima dei Riti della Settimana Santa a Taranto.

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I Riti della Settimana Santa di Taranto sono fatti di passi lenti, di simboli silenziosi, di emozioni che durano un anno. Ma anche di parole. Quelle che ogni anno, su SettimanaSantaTaranto.it, raccontano le esperienze vive di chi i Riti li porta sulle spalle, nel cuore e nell’anima.

In questa nuova puntata della rubrica Testimonianze di Passione, Felice Bonfrate incontra Umberto Lenti, confratello dell’Addolorata e del Carmine, protagonista da trent’anni di processioni, pellegrinaggi e simboli come la Troccola.

Un dialogo vero, toccante, che attraversa i luoghi della memoria, della famiglia e della fede. Da non perdere.

Indice

Chi è Umberto Lenti

Umberto Lenti è un volto noto tra i confratelli delle due arciconfraternite di Taranto. Da oltre trent’anni cammina nei Riti, vivendoli con un’intensità che colpisce chi lo osserva. Non è nato in una famiglia di confratelli, ma ha scelto questo cammino per fede e passione. Un esempio di come si possa diventare confratelli non per discendenza, ma per vocazione.

Un Rito familiare e personale

Durante l’intervista, Umberto racconta di quanto la sua famiglia sia coinvolta nei Riti. “Lo scorso anno erano tutti lì, a camminare con me, anche se non indossavano il cappuccio”, ricorda. La forza dei riti, dice, è proprio questa: unire le generazioni, anche quelle che restano silenziose lungo il marciapiede.

La solitudine del simbolo

Portare un simbolo come la Troccola o la Croce dei Misteri significa affrontare il cammino in solitaria. Ma Umberto risponde con una riflessione profonda: “Non si è mai soli quando si cammina per fede”. Anche in quei momenti, c’è chi ti osserva, ti sostiene, ti ama in silenzio.

La prima volta con la Madonna Addolorata

“A Madonn è a Madonn”. Uno dei momenti più intensi dell’intervista è il racconto della prima volta sotto le sdanghe della Madonna Addolorata. Un’emozione che, dice Umberto, non si può spiegare a parole: “È come se ti si spezzasse il fiato e il tempo si fermasse”.

La terza Troccola e le parole dal cuore

Nel 2024, Umberto ha portato per la terza volta la Troccola del Carmine. A caldo, ha scritto un post che ha colpito molti: “L’ho fatto per mio fratello e per la mia famiglia.”
Parole semplici, ma che racchiudono un universo di significati: condivisione, memoria, amore fraterno.

Riti: tradizione e novità

Si parla anche di cambiamento: di come i percorsi siano cambiati, e di come anche nella fede possa esserci spazio per l’adattamento. Come accadde quando, dopo cinquant’anni, i Misteri tornarono in Città Vecchia. Oggi, a distanza di un decennio, questo ritorno si ripete. “La tradizione è la memoria che cammina”, sottolinea Umberto.

Il ponte tra passato e futuro

Il Ponte Girevole diventa allora simbolo fisico e spirituale di passaggio: tra generazioni, tra quartieri, tra epoche. Un ponte che, come dice Umberto, “non unisce solo due sponde, ma tiene insieme ciò che siamo stati e ciò che vogliamo essere”.

Felice Bonfrate e il racconto della Settimana Santa

Verso la fine, l’intervista si fa più personale. Umberto parla di Felice Bonfrate, di come ha documentato le sue processioni nel corso degli anni, con rispetto, discrezione e passione. “Non mi sono mai sentito osservato, ma custodito”, afferma. E conclude: “Raccontare i Riti è un modo di viverli. E quello di Felice è un racconto che rimane, come i vecchi filmini, come la memoria che non sbiadisce”.

Guarda ora l’intervista completa a Umberto Lenti

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